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NAUTICA, FISCO E DOGANE 2025

comunicato stampa

Il tradizionale approfondimento giuridico del Salone Nautico Internazionale quest’anno è stato organizzato insieme allo Studio Gianni & Origoni

Annunciate una nuova circolare sui regimi, dal Direttore delle Dogane, Claudio Oliviero, e aperture dal Direttore centrale Grandi Imprese dell’Agenzia delle Entrate, Francesca Vitale. Sarà editata da Confindustria Nautica una nuova edizione di Nautica, Fisco e Dogane

L’appuntamento aperto dal Presidente della Commissione Finanze della Camera, Marco Osnato.

Il tradizionale approfondimento giuridico del Salone Nautico Internazionale quest’anno è stato organizzato insieme a Gianni & Origoni e moderato dall’Avv. Francesca Staffieri, insieme al Responsabile dei rapporti istituzionali di Confindustria Nautica Roberto Neglia, con l’intervento del Dott. Marco Frulio, del medesimo Studio G&O e con l’intervento, tra gli altri, di Walter Vigo, Head of Tax Italy Unicredit.

Termini di appuramento dell’Ammissione Temporanea per “Commercial Yacht” e perfezionamento attivo, fideiussione a garanzia delle lavorazioni su yacht extracomunitario, perdita di competitività del leasing nautico italiano, e operazione triangolare in caso di cessione di yacht destinato all’esportazione in presenza di dealer extra Ue di un cantiere italiano che consegna l’unità da diporto direttamente in Italia al cliente finale, i principali temi trattati.

In apertura dei lavori, il Presidente della Commissione Finanze della Camera, Marco Osnato, ha ricordato come “la nautica è un tema che troppo poco presente nel dibattito politico ed è un peccato perché è un’industria che da prestigio alla nostra nazione ed è un asset molto importante.

C’è una difficoltà in primis nel valorizzarlo, anche in termini normativi, rispetto ad altre nazioni europee. Sono contento della presenza al Salone Nautico dell’Agenzia delle Entrate e quella delle Dogane e Monopoli, perché vogliamo dare un’amministrazione finanziaria più vicina al cittadino, più vicina all’imprenditore. Anche per questo, aspettiamo Confindustria nautica per un’audizione in Commissione Finanze”.

Non di rado i distributori extraeuropei di cantieri italiani hanno la necessità di consegnare l’unità da diporto direttamente in Italia al cliente finale, per trascorrere la stagione nel Mediterraneo prima di trasferire l’unità fuori dall’Unione. Il regime di esenzione (ex articolo 8 del DPR 633/72) trova certamente applicazione qualora sia lo stesso cantiere italiano che consegna l’unità da diporto in un Paese extra UE di destinazione nelle mani dell’acquirente finale, ma non in quello prospettato. La norma sembra però escludere il regime di esenzione IVA previsto per l’esportazione nel caso in cui il trasporto sia curato dall’acquirente finale dopo la consegna da parte del dealer. “Ma potrebbe essere oggetto di un approfondimento da parte di Agenzia in considerazione del sostegno alla competitività della nostra filiera”, ha osservato il Dott. Marco Frulio.

Sul tema delle garanzie per le lavorazioni su yacht extra UE si è espresso Ezio Vannucci, Moores & Rowland Partners, ricordando come anche le aperture messe in campo da ADM non consentono l’azzeramento delle fideiussioni, e dei conseguenti costi per i cantieri, ricordando come la preoccupazione del settore riguarda il commercial yacht che non è stato definitivamente importato nell’Unione e che quindi oggi deve confrontarsi, secondo la previsione contenuta nella “Circolare 8”, con il limite della sosta per il solo periodo in cui svolge attività commerciali.

Da Stefano Comisi, di Armella & Associati, è stato segnalato come siano tanti i temi che riguardano le modalità di entrata nel cantiere, quando bisogna presentare la dichiarazione dell’ammissione temporanea, quando bisogna invece ritenere che il regime sia terminato, se presentata la dichiarazione è necessario anche presentare la “Toro”, cioè la presa di responsabilità del cantiere, che meriterebbero chiarimenti.

Claudio Oliverio, Direttore Ufficio della direzione dogane dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, ha precisato che, “per quanto riguarda le garanzie, a fine agosto è stata adottata una determina a mia firma, con relativa circolare in sostituzione dell’ex articolo 90 del TUD, che regolamentava l’esonero dalla garanzia. Abbiamo immesso un paragrafo specifico per le attività di produzione su progetto, commissione, commessa che dir si voglia, dove rientrano la cantieristica, l’industria aerospaziale, ovviamente la costruzione di grossi macchinari o impianti, dove la certificazione AEO spiana la strada verso l’esonero totale della garanzia. Ha anche annunciato che sui regimi è stata messa in cantiere una nuova circolare, “però deve essere chiaro se entro nel territorio doganale dell’Unione europea in ammissione temporanea non posso soggiornare nelle acque aspettando di fare contratti di noleggio”.

Al centro del dibattito la scarsa competitività del leasing nautico italiano, che oggi vede penalizzato innanzitutto l’erario. Il Dott. Marco Frulio ha ricordato come l’Agenzia delle Entrate abbia adottato una serie di provvedimenti “con indicazioni molto chiare e tassative, forse fin troppo, che comportano forse una difficoltà di mettere insieme tutte le informazioni richieste, di raccoglierle, di verificarle oltre alla responsabilità di gestire questi dati. Inoltre, le prove della navigazione effettuata devono essere in qualche modo accantonate e gestite in maniera molto puntuale da persone che poi non sono del settore”.

Soprattutto lo Studio Gianni & Origoni ha segnalato come molti armatori non residenti che vogliono essere in compliance con la normativa italiana devono nominare un rappresentante fiscale sul quale grava un inasprimento delle responsabilità solidali di queste figure professionali, tanto che spesso è persino difficile trovarle, perché rifiutano l’incarico. Infine, ha sottolineato Frulio “in Paesi limitrofi, come la Francia, si fanno rilasciare delle certificazioni dall’utilizzatore, valide fino a prova contraria e, nel caso di strumenti di geolocalizzazione, quello che emerge dal rilevatore viene considerato come prova, senza che possa essere utilizzato per sostenere delle presunzioni.”

Walter Vigo ha confermato come “la dimensione di Unicredit e l’aver praticamente centralizzato tutte le attività fiscali, cercando di avere un protocollo su tutte le nostre società, ci consente un rapporto con l’amministrazione finanziaria per indirizzare i rischi e trovarne la soluzione, ma resta il tema della complessità della normativa. Ci vuole metodologia, maggiore chiarezza e bisogna spiegare agli operatori che cosa devono fare per essere compliant”. Infine, c’è il tema che la società di leasing non è ammessa al regime collaborativo, “quindi è più che opportuno avere chiarezza nelle norme, nell’interesse dell’utente e dell’erario”.

Francesca Vitali cogliendo il tema delle esigenze di chiarezza ha dichiarato di “avere veramente tutta la volontà di cercare di capire il settore e di dare una risposta”, e nel ringraziare Confindustria Nautica ha annunciato che sarà dato il via a una rinnovata collaborazione per l’editazione di una nuova edizione della pubblicazione Nautica, Fisco e Dogane in continuità con lo sforzo fatto negli ultimi anni nel potenziare gli strumenti di dialogo. Premessa la territorialità IVA, la richiesta di effettività della navigazione che ci viene dalla Commissione e l’impossibilità di avvalersi di criteri di semplificazione forfettari, ci rendiamo conto della necessità di sapere, anche da parte del finanziatore ex ante, il quantum che poi sarà dovuto sulle singole rate che connotano i rapporti di leasing. Il punto di equilibrio è abbastanza noto, ma forse c’è stata una proliferazione di strumenti di prassi che nel corso degli anni può ingenerare delle difficoltà e su questo dobbiamo lavorare.

L’ultimo tema ha riguardato la richiesta di una soluzione nel caso di triangolazione IVA, quando, non di rado, i distributori extraeuropei di cantieri italiani hanno la necessità di consegnare l’unità da diporto direttamente in Italia al cliente finale extra UE, con la richiesta di trascorrere la stagione nel Mediterraneo prima di trasferire l’unità all’estero. La norma sembra infatti escludere il regime di esenzione IVA previsto per l’esportazione nel caso in cui il trasporto sia curato dall’acquirente finale e non dal cantiere.

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